Gli esordi della SS VERMEZZO dalla memoria dei fondatori
CALCI A UNA PALLA, DALLA PIAZZA A UN CAMPO VERO
Il calcio a Vermezzo ha radici antiche. Già negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale “se giuga al ballon” in un campo non tanto distante da Cascina Grande. Poi la guerra cancella quel primo campo di calcio e molti ragazzi che lo calcano sono costretti a partire per il fronte. Senza un vero e proprio luogo dedicato al football, i più piccoli cominciano a giocare ovunque.
Quando le sfide tra amici si giocano in piazza, nella maggior parte dei casi si formano tre campi immaginari: un triangolo magico in cui volano calci e polvere.
Il primo campo va dal cancello della Casa Parrocchiale fin verso palazzo Pozzobonelli. Il secondo, dal sagrato della Chiesa muove verso “Zelino” e il terzo ha origine dal cancello della famiglia Capelli e occupa quella che adesso è chiamata piazza XXV Aprile.
Quando il pallone finisce oltre le linee immaginarie dei campi, a volte purtroppo raggiunge i vetri delle case vicine. La più bersagliata è la casa dell’Angelo Gotti, che tutti conoscono col soprannome di “Meazza”. Il Meazza è chiamato così perché il calcio lo appassiona, e anche tanto. Un giorno, l’amore per la sua squadra lo porta a scommettere con tutto il paese: “Me taj on barbis se l’Inter la vinc nò el campionaa“ sicuro di spuntarla. Purtroppo la storia finisce male sia per l’Inter, sia per il Meazza, che per un po’ è costretto a girare in paese con un baffo solo, per l’ilarità di tutta la combriccola di amici.
Negli anni Cinquanta si cominciano a giocare i primi tornei all’Oratorio. Il primo, con tanto di arbitro in cravatta e giocatori in divisa, si gioca nel 1955. E’ un quadrangolare con squadre a cinque che richiama una gran folla di tifosi. A vincere è il K2, squadra chiamata così perché da poco, per la prima volta, è stata scalata la vetta più difficile e insidiosa al mondo, seconda in altezza solo all’Himalaya.
Col tempo il bisogno di una vera e propria società sportiva si fa sempre più forte.
Nasce così, nel 1972, l’S.S. Vermezzo. A fondarla sono il Remigi, l’Aldo Cislaghi, il Balzarotti e il Giancarlo Pozzi, detto“el Pozzun” per via della sua statura.
Per due anni è Remigi a fare il presidente, poi passa il testimone all’Ernesto Balzarotti, che rimane in carica fino al 2000.
“ I primi furono anni duri - racconta Balzarotti con l’espressione di chi ha visto passare almeno cinque generazioni di ragazzi in divisa gialloverde – perché c’era tutto da fare: organizzare le formazioni giovanili, costruire una prima squadra in grado di competere e di guadagnarsi la Seconda Categoria, fare manutenzione al campo e costruire i nuovi spogliatoi”. E sì, perché gli spogliatoi del campo sportivo di via papa Giovanni, ristrutturati nel 2005 e attuale sede della Civica Scuola di Musica, vengono costruiti con il lavoro dei volontari che seguono la squadra.
Il Vermezzo conquista la Prima Categoria nel 1979. In attacco gioca Zibì, che al secolo fa di nome Bruno Locati e quando corre sulla fascia è la fotocopia del campione polacco Boniek. In porta invece c’è Roberto Cislaghi, che negli anni Ottanta il Presidente Balzarotti cede e acquista per ben tre volte. Nello staff tecnico lavorano e si avvicendano tante persone. I volti che per più tempo animano gli allenamenti e le partite gialloverdi sono quelli di Carla Perotti, allenatrice dei più piccoli, Amatore Zamperioli, per tutti “Zampa”, Mario Campaniello e Roberto Merlino.
Negli anni Ottanta e Novanta Vermezzo cresce e quello stadio che prima rappresentava l’estrema periferia del paese diventa troppo centrale. Nel 1999 viene inaugurato il nuovo centro sportivo di via Ada Negri: i campi adesso sono due, uno per gli allenamenti e uno per le partite. Gli spogliatoi sono molto più grandi e accoglienti e c’è un bar al servizio della struttura che ospita sui muri le fotografie di tanti ragazzi, molti ormai cresciuti, e di tornei e campionati sempre più ingialliti dal tempo, alcuni gloriosi, altri meno memorabili. Pochi anni dopo l’inaugurazione Ernesto Balzarotti lascia la società gialloverde, anche se per tutti resta “il Presidente”.
“Era il momento giusto per creare un ricambio nella dirigenza del Vermezzo – dice Balzarotti – anche se ho continuato a seguire le partite della società per tanti anni, pur non avendo più nessuna carica”.
Col finire del secondo millennio finisce così anche la fase pionieristica del calcio vermezzese, che chiude il sipario su tante storie e tanti volti. Ne ricordiamo in particolare due, che hanno segnato il cammino della società e vivono per sempre nella memoria di tutti: l’Angelo Trabucchi, mitico allenatore della promozione del 1979 in Seconda Categoria e Ciro Fiorentino, custode di decenni di storia gialloverde.
Bene! Storie fantastiche, mi piacerebbe incontrare presto qualcuno dei protagonisti..... Ci proviamo? Irene
RispondiEliminaHo un bellissimo ricordo dei tempi in cui mi allenavo nei pulcini.Parlo dei ragazzi della generazione intorno all'86 (Ambrogio Cavarretta, Simone Steri, Fabrizio Suardi, Stefano Centoducati,Francesco Grinovero etc..).
RispondiEliminaMi ricordo ancora gli incoraggiamenti della Carla, di Antonio Cavarretta e del mitico Trabucchi!Hanno avuto per molti di noi un ruolo fondamentale nella nostra educazione in quegli anni.Un saluto a tutti quanti ;)