venerdì 22 febbraio 2013

L'ortolano docet

Come coltivare l'orto - parola di Luigino


  ROTAZIONI CULTURALI nell’orto, tecnica antica e indispensabile

La coltivazione sullo stesso terreno delle medesime colture è causa di diversi inconvenienti fra i quali si possono citare la riduzione del livello della fertilità del terreno, la comparsa di patologie parassitarie, lo sviluppo delle erbe infestanti ecc.

Nel progettare e organizzare l’orto dobbiamo sempre tenere conto della ‘rotazione degli ortaggi’ o ‘dell’avvicendamento delle verdure’. La tecnica è semplice. Funziona così: le piante non amano stare sempre nello stesso posto, perché soprattutto le più affamate l’anno dopo trovano il terreno troppo povero per i loro gusti, ecco allora che occorre sostituirle con altri ortaggi che al contrario arricchiscono il suolo, e così via negli anni: ogni stagione l’ortaggio giusto al posto giusto. La rotazione ci insegna a fare questo, consigliandoci l’ordine in cui gli ortaggi, appartenenti a famiglie e specie diverse, devono susseguirsi su uno stesso appezzamento di terreno nel corso delle varie stagioni.

Perché la rotazione delle colture è importante?

Molte patologie che attaccano i vegetali sono provocate da agenti patogeni, fitofagi, parassitari ecc.; tali agenti, in determinate condizioni, possono attaccare una particolare famiglia di piante (un esempio è la cosiddetta peronospora, patologia che attacca le Cucurbitacee, come zucchine, zucche, angurie, e le Crucifere, come cavoli, cavolfiori e broccoli) e sfamandosene possono sopravvivere e riprodursi creando notevoli problemi a livello produttivo. Poiché i vari agenti non attaccano tutte le piante indistintamente, la soluzione per la loro eliminazione consiste nel variare il tipo di coltura. Così agendo si viene a limitare la sopravvivenza e il proliferarsi di determinati patogeni; di fatto, la rotazione delle colture è una specie di strategia preventiva che talvolta ha anche finalità terapeutiche. Grazie alla rotazione delle colture è possibile limitare l'utilizzo di prodotti chimici ad azione fitosanitaria quali, per esempio, gli antiparassitari, i pesticidi, i diserbanti ecc.; tale limitazione consente sia un risparmio di tipo economico sia di limitare gli eventuali problemi che il loro uso potrebbe causare (molti fitosanitari sono sostanze pericolose che vanno maneggiati con molta precauzione).
Grazie alla rotazione il terreno assorbe determinati tipi di nutrienti che erano stati assorbiti dalle piante presenti in precedenza; ciò è particolarmente utile per la massimizzazione della varietà colturale, senza contare che il ciclo delle erbe infestanti sarà interrotto.
Si è inoltre osservato che la rotazione delle colture contribuisce non poco al miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno; essa, infatti, contribuisce a renderlo più stabile, meno degradato, meno erodibile dagli agenti atmosferici e contribuisce inoltre a una maggiore efficienza della gestione delle risorse idriche infiltrate
La rotazione migliora la qualità e la resa della produzione orticola, controlla la crescita delle malerbe, contrasta insetti e malattie e salvaguarda la fertilità del terreno. Di conseguenza diminuisce la necessità di diserbanti, concimi e antiparassitari. Insomma un vero aiuto sia per il nostro orto che per le nostre finanze.
Ricordiamoci di cambiare ogni anno la disposizione delle piante da coltivare, in modo da ottenere un equilibrio biologico naturale. La rotazione è fondamentale per mantenere vitale e produttivo il terreno dell’ orto; 

Rotazione delle colture: Esistono diversi modi per eseguire la rotazione delle colture; ma ci soffermeremo sulle due principali. La prima si basa sulle esigenze nutritive degli ortaggi, che vengono suddivisi in tre macro gruppi.

Il primo grande gruppo comprende tutti quegli ortaggi che sono notevoli consumatori di sostanze nutritive: Cavoli (tutte le varietà), Cetrioli, Insalate, Melanzane, Meloni, Patate, Peperoni, Pomodori, Sedano e sedano rapa, Spinaci, Zucche e zucchine.

Nel secondo gruppo troviamo tutte quelle piante ritenute consumatori medi di sostanze nutritive: Aglio, Barbe rosse, Bietole, cavoli rapa, Carote, Cicoria, Cipolle, Erbe aromatiche, Finocchi, Porri, Radicchio, Ravanelli, Rucola, Scorzonera.

Il terzo gruppo comprende tutti quegli ortaggi che sono considerati come deboli consumatori di sostanze nutritive: Fagioli e fagiolini, Fave, Piselli, Prezzemolo.
Questo sistema di rotazione delle colture prevede la suddivisione della superficie dell'orto in tre settori (settori 1, 2 e 3). Supponiamo di iniziare la coltivazione dell'orto: nel settore 1 verranno coltivati gli ortaggi del primo gruppo (i forti consumatori), nel settore 2 verranno coltivati gli ortaggi appartenenti al gruppo dei medi consumatori e nel settore 3 gli ortaggi del terzo tipo. Nel ciclo seguente, nel secondo settore si semineranno ancora gli ortaggi del secondo gruppo che saranno in grado di sfruttare la fertilità residua, in seguito vi si coltiveranno quelli del terzo gruppo, i meno esigenti (la maggior parte dei quali appartiene alla famiglia delle Leguminose) che permetterà di fissarvi l'azoto atmosferico arricchendo quindi il terreno di utili sostanze organiche rendendolo adatto alla successiva coltivazione delle piante del primo gruppo, quelle più esigenti. 

Quando si esegue la sostituzione delle piante, le scelte non sono casuali, una certa pianta, infatti, deve essere sostituita da un'altra pianta appartenente a una famiglia botanica totalmente diversa affinché si possano ottenere i maggiori benefici e si possa mantenere costante la continuità del ciclo produttivo.

Altro sistema, quello della rotazione quadriennale, prevede la suddivisione del terreno in quattro settori:
Il primo anno si procede così:
  • settore 1: patate
  • settore 2: legumi e cavoli
  • settore 3: ortaggi da radice
  • settore 4: ortaggi da foglia.
Secondo anno:                                         
  • settore 1: ortaggi da foglia
  • settore 2: ortaggi da radice
  • settore 3: legumi e cavoli
  • settore 4: patate.
Terzo anno:
  • settore 1: legumi e cavoli
  • settore 2: ortaggi da foglia
  • settore 3: patate
  • settore 4: ortaggi da radice.
Quarto anno:
  • settore 1: ortaggi da radice
  • settore 2: patate
  • settore 3: ortaggi da foglia
  • settore 4: legumi e cavoli.
Quando si sarà terminata la rotazione si effettuerà la concimazione del terreno e si potrà ricominciare il Ciclo. 

Le patate hanno “simpatia” per i fagioli. Se piantate vicino al fagiolo, le patate crescono più rigogliose e sembra che siano attaccate di meno dalla dorifora. 

UTILITA’ DEL SOVESCIO E COME PRATICARLO

Sovescio nell'orto
Per fertilizzare e arricchire di sostanze nutritive tutte naturali il terreno del nostro orto, possiamo utilizzare la tecnica del sovescio.
Chiamata anche concimazione verde, il sovescio è un elemento prezioso per avere un orto fertile e rigoglioso in poco tempo.
Cos’è il sovescio
Il sovescio è molto utilizzato in agricoltura biologica, ma può adattarsi perfettamente anche a piccoli appezzamenti. Non è una tecnica complicata, e non comporta l’utilizzo di particolari attrezzi o contenitori.
Il sovescio si basa sulla coltivazione di determinate specie di piante, che, nel momento del loro massimo sviluppo, invece di essere raccolte o strappate, vanno interrate.
Caratteristiche
E’ un procedimento agronomico naturale.
In questo modo le sostanze che contengono queste piante vanno ad arricchire il terreno e fungono da concime naturale, migliorando anche la struttura del terreno e la sua composizione. Tramite il sovescio, infatti, è possibile aumentare il materiale organico all’interno del suolo, rallentando anche i fenomeni erosivi e di dilavamento.Inoltre, utilizzando un certo tipo di piante, come le leguminose, c’è anche un apporto di azoto, che favorisce la fertilizzazione naturale del terreno.

Quando fare il sovescio
La pratica del sovescio va solo fatta nel momento giusto. Ovvero quando nell’orto è già stata raccolta la coltura principale o prima di una nuova semina, quando bisogna preparare il terreno arricchendolo con sostanze nutritive.Il sovescio è ideale anche quando un terreno incolto deve essere trasformato in una coltura, o in un piccolo orto; In poco tempo, il terreno povero e stressato, apparirà rinvigorito e pronto per le nuove coltivazioni.
Per quanto riguarda i vegetali per il sovescio, una volta seminati, vanno bagnati regolarmente e portati a sviluppo quasi totale. Se necessario, è bene eseguire anche lo sfalcio, in modo che raggiungano maggiore rigogliosità.
Se si tratta di leguminose, è meglio invece, intervenire prima che si sviluppino i fiori, in modo che la quantità di azoto non sia ridotta perché sfruttata per portare a maturazione i semi.
Per la tecnica specifica, l’interro va eseguito con un leggero appassimento della materia vegetale. Il che significa che gli sfalci non devono seccare, ma solo appassire leggermente. Basteranno poche ore di stacco, tra le due operazioni.
Inoltre l’interro va eseguito almeno un mese prima di seminare i nuovi prodotti, in modo da lasciare il tempo alle sostanze nutritive di disperdersi in quella parte di terreno.
Perché ciò avvenga nel modo corretto, non è necessario interrare in profondità: bastano pochi cm, dell’ordine dei 10 o dei 15. Così la decomposizione prende il via anche grazie a una maggiore ossigenazione atmosferica.

Quali piante utilizzare
Le piante più utilizzate e utili per il sovescio sono le leguminose, le crucifere e le graminacee (alopecurus, avena veccia, avena pisello e setaria ecc.).
Le leguminose, abbiamo già detto che arricchiscono il terreno con l’azoto, e si adattano senza grossi problemi anche a climi diversi. Tra le più comuni troviamo: il favino, il trifoglio incarnato, il lupino, la lenticchia, il pisello, il fagiolo e la veccia.
Le crucifere invece sono molto utilizzate quando è necessaria una grossa quantità di massa vegetale e in poco tempo. Conosciute e diffuse sono la colza, e la senape.
Le graminacee, sono più conosciute per le allergie che scatenano, sono molto utilizzate in combinazione alle leguminose: insieme, infatti, funzionano alla perfezione, sia sotto l’aspetto di protezione dal freddo, sia per la resistenza alla mancanza di acqua. Le combinazioni principali sono avena e veccia o avena e pisello.

Utilizzi del sovescio
Il sovescio è una tecnica colturale molto utile in paesi in via di sviluppo, dove la concimazione con letame non è sempre disponibile. Nel sud dell’Italia è molto praticata, ma si trova largo impiego anche nell’ambito della zootecnia, dove la produzione di erbai e prati pluriennali a rotazione diventa indispensabile, soprattutto se eseguita in modo naturale, grazie alla sua azione biocida e alla sua intrinseca azione di controllo degli infestanti.



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